Gatto selvatico

Il Gatto selvatico (Felis silvestris) è un mammifero carnivoro della famiglia dei Felidi.

La tassonomia del gatto selvatico è in parte controversa. Sono state proposte varie sottospecie, alcune probabilmente considerabili sinonimi o riferite a popolazioni locali non distinguibili dalla sottospecie nominale.

L'areale della specie nel suo insieme è assai vasto, anche se attualmente frammentato nelle zone più antropizzate: lo si trova dall'Europa occidentale alla Mongolia, a sud fino all'India settentrionale ed in gran parte del continente africano (fatta eccezione per gran parte del Sahara e della fascia equatoriale). In Italia la sottospecie nominale è presente in tutta l'area interna dell'Italia centro-meridionale (anche in Sicilia), con segnalazioni al confine fra Liguria, Piemonte e Francia ed in Friuli-Venezia Giulia, mentre in Sardegna vive il gatto selvatico sardo, secondo la nuova classificazione relegato a popolazione locale di F. silvestris lybica.
Il gatto selvatico europeo è un abitatore delle foreste di latifoglie ad altezze medio-basse (in una fascia compresa tra 300/400 e 800 m), mentre evita le zone montane con copertura nevosa: le popolazioni africane, invece, prediligono habitat più caldi ed asciutti, come la
savana.

I gatti selvatici sono assai simili ai comuni gatti domestici, i quali si sono molto probabilmente originati dalla sottospecie lybica circa 10.000 anni fa.
Il colore va dal grigio-brunastro al bruno-sabbia, con colori più chiari man mano che si procede verso sud: lungo la
colonna vertebrale corre una banda scura che verso il centro tende al nerastro. Nerastre sono anche delle striature che percorrono verticalmente la fronte, i lati della bocca e la coda ed orizzontalmente il petto, i lati degli occhi e le zampe, mentre lungo i fianchi sono presenti variegature brune che tendono ad inscurirsi sul quarto posteriore. Le sottospecie orientali ed africane presentano la punta delle orecchie nera e fisionomia slanciata, mentre quelle più settentrionali hanno corporatura massiccia.

Il gatto selvatico ha abitudini notturne: durante il giorno sonnecchia nel folto della vegetazione o in rifugi veri e propri. Si tratta di animali territoriali, che delimitano un proprio territorio piuttosto vasto (in media 10 km²) marcandolo con segnali odorosi e visivi (ad esempio segnando i tronchi con le proprie unghie) e pattugliandolo costantemente per scoprire eventuali intrusi. Le aree periferiche del territorio possono sovrapporsi a quelle di altri esemplari, senza che ciò comporti scontri violenti.

Caccia prevalentemente piccoli roditori, uccelli e rettili, ma quando il cibo scarseggia non disdegna di mangiare anche insetti. Ottimo pescatore, generalmente riesce a catturare piccoli pesci artigliandoli, dopo un paziente lavoro di attese e appostamenti.

Solitario e territoriale, il gatto selvatico non forma coppie stabili: si accoppia in primavera, la gestazione dura 9-10 settimane e la femmina dà alla luce tra i 2 e i 4 piccoli (le gravidanze singole sono rarissime); la madre resta con i piccoli solo fino al raggiungimento dell'autosufficienza, generalmente all'età di 3-4 mesi.

La loro speranza di vita in natura si aggira attorno ai 15 anni.